Il consumatore del settore moda, oggi come oggi, risulta sempre più informato, preparato ed esigente. Per questo è necessario anche in quest’ambito stare al passo coi tempi, per coglierne sfumature, cambiamenti, e prevederne in qualche modo gli sviluppi. Solo così si potrà essere davvero concorrenziali.
Il punto vendita in questo senso può porsi come interessante anello di congiunzione tra l’azienda e il consumatore, riuscendo a monitorare in tempo reale quelli che sono i trand del momento, che il consumatore acquisisce dal mondo esterno e che poi va a ricercare nel negozio stesso.
Naturalmente anche la moda in sé e per sé, come settore, ha conosciuto lei stessa un’evoluzione nel corso del tempo, in maniera significativa soprattutto nella seconda metà del secolo scorso.
Da un punto di vista storico, nel primo dopoguerra la persistente e ancora netta divisione della società tra la classe agiata e la massa comportava una forte polarizzazione dei consumi. Si aveva da un lato la couture parigina per le donne e l’alta sartoria inglese per gli uomini, modalità attraverso le quali le classi alte ostentavano il loro status, dall’altro, per quanto riguarda le masse e le classi meno agiate, esse erano invece caratterizzate da un abbigliamento indifferenziato e invariato nel tempo.
Un primo cambiamento rispetto a tutto ciò si ha alla fine degli anni ’60, contestualmente a due fondamentali fenomeni sociali: la contestazione giovanile e l’emancipazione femminile.